a cura di Silvia Fossati
Esthetitaly incontra M.Cavallo, relatrice al congresso “Beauty Forum Milano” su un tema di grande interesse, personale e professionale.
Mindfulness: un termine che è diventato molto “di moda” in questi ultimi anni. Cos’è esattamente? E quali benefici porta alle persone che la scelgono?
Tecnicamente possiamo definire la Mindfulness come un insieme di pratiche per diventare più consapevoli, più presenti a noi stessi e a ciò che accade nella nostra vita. Viene presentata come l’arte di vivere bene nel momento presente. Mindfulness è la traduzione inglese della parola sati, che nella lingua Pali (la lingua che usava il Buddha nei suoi insegnamenti) significa presenza mentale, nuda attenzione; e anche ricordo, ricordarsi di noi stessi. Noi siamo troppo spesso dimentichi di noi stessi, siamo “poco presenti”, viviamo con il “pilota automatico” inserito e abitiamo la nostra quotidianità distrattamente. La nostra capacità di prestare attenzione si è molto ridotta, troppo spesso siamo immersi in pensieri rivolti a un passato che non c’è più o impegnati a immaginare un futuro che ancora non esiste e che talvolta immaginiamo con troppa preoccupazione, ansia e agitazione. E questo spesso a discapito del presente, che non viviamo pienamente. Pensiamo ad altro quando qualcuno ci parla e non riusciamo a mantenere a lungo l’attenzione anche al lavoro, saltando da un pensiero all’altro, da un’attività all’altra, in un supposto multitasking che le neuroscienze ci hanno dimostrato essere solo illusorio. La qualità del nostro agire diviene così troppo spesso ripetitiva e poco creativa. E ne paghiamo un prezzo, che è quello di una diffusa insoddisfazione, ansia e infelicità. Praticare la Mindfulness è acquisire dunque una consapevolezza profonda di sé, è imparare un modo nuovo di stare con se stessi, con gli altri e con gli eventi della vita, stando pienamente nel presente. Si impara ad avere nuovamente una esperienza di vita più piena, una relazione con noi stessi più inclusiva e accogliente, e a riconoscere i condizionamenti accumulati negli anni. La Mindfulness ci aiuta a gestire lo stress, le emozioni, il cambiamento, il dolore, oltre che ad affrontare meglio le sfide della vita quotidiana e a migliorare la qualità delle nostre relazioni. In altre parole l’aumento della nostra consapevolezza ci accompagna verso un’esperienza di vita più ricca e piena; ci aiuta a sostituire, nella vita quotidiana, i comportamenti reattivi, automatici e distruttivi, con scelte più consapevoli e funzionali.
Al Congresso Beauty Forum parlerai alle estetiste di ‘Mindfulness e bellezza’, ovvero di come la coltivazione di uno stato Mindful di benessere interiore sia il valore aggiunto per la qualità del servizio offerto. A livello di gestione manageriale, invece, in che modo un approccio Mindful può essere di beneficio all’impresa?
Le imprese sono fatte di persone e manager più consapevoli, più capaci di attenzione e ascolto, più capaci di costruire buone relazioni, di tollerare l’incertezza, di gestire lo stress e le emozioni, di riflettere e prendere decisioni da uno spazio creativo anziché decisioni reattive – magari figlie di emozioni come la paura o la rabbia – sono certamente ciò che può fare la differenza in qualsiasi impresa. Una ex dirigente di Apple e Microsoft, Linda Stone, ha coniato l’espressione “Attenzione Parziale Continua” per descrivere una condizione diffusa di perduta capacità di una buona e prolungata capacità di prestare attenzione. La capacità di un’attenzione qualitativamente alta e di una capacità riflessiva libera da condizionamenti sono fondamentali per ogni processo manageriale di successo. Infatti ogni cosa su cui portiamo la nostra attenzione cresce e si sviluppa, perciò, se ci concentriamo su qualcosa di negativo, illogico o irrazionale, questo avrà il sopravvento su ciò che è positivo e sensato. Mentre se facciamo il contrario, rifiutandoci di prendere atto o di accettare qualcosa di difficile o doloroso, l’aver intrapreso un’azione inefficace, aver fatto scelte che non stanno dando i frutti desiderati, facendo finta di non vedere magari che il business ha bisogno di un cambiamento, allora avremo ancora un altro genere di problemi. Dunque la Mindfulness insegna ai manager ad avere chiarezza mentale, a conoscere profondamente il funzionamento della propria mente e dei processi di pensiero dai quali dipendono poi le scelte, le decisioni e le azioni che portano le aziende al successo.
In cosa consiste il ‘Protocollo MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction’?
Il Protocollo MBSR – Mindfulness Based Stress Reduction è il più studiato e applicato protocollo standardizzato di Mindfulness, messo a punto – alla fine degli anni ’70 – da Jon Kabat Zinn, biologo e scrittore statunitense, Professore Emerito di Medicina e fondatore della ‘Stress Reduction Clinic’ e del ‘Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society’ presso la University of Massachusetts Medical School. Jon Kabat Zinn, che praticava meditazione e yoga per suo beneficio personale, durante un ritiro di meditazione intuì che forse queste pratiche, che a lui erano di grande beneficio, potevano essere proposte anche ai pazienti della clinica nella quale lavorava, pazienti affetti da patologie per le quali la medicina ufficiale aveva già fatto tutto ciò che poteva ma che continuavano a vivere con grosse sofferenze, come i pazienti affetti da dolore cronico e le persone in fase di vita terminale. Iniziò la sperimentazione e ciò che ne risultò fu che i pazienti, attraverso le pratiche, acquisivano una migliore relazione con la loro esperienza di sofferenza. La qualità della loro vita migliorava anche se i loro destini non cambiavano. Erano più sereni.
Oggi il ‘Center for Mindfulness’ dell’Università del Massachusetts è un centro di ricerca e di formazione Internazionale. La Mindfulness è insegnata in molte università americane, utilizzata in più di 250 strutture ospedaliere e, ad oggi, sperimentata da oltre 20.000 persone. Il protocollo MBSR è stato oggetto di numerosissime ricerche a partire dagli anni ’80, e ve ne sono continuamente in corso. E anche in Europa e in Italia si offrono oggi Master universitari e sono attive ricerche sulla sua applicazione e benefici in svariati ambiti. Il Protocollo MBSR è un programma che si svolge in 8 settimane e prevede 8 incontri settimanali di gruppo e una giornata intensiva fra il 6° e il 7° incontro; consiste in momenti di pratica di gruppo dove si apprendono le meditazioni di consapevolezza e si condividono le esperienze, gli insight e naturalmente le difficoltà che si incontrano. Ad ogni incontro chi conduce propone anche delle tematiche, come per esempio cosa si intende con consapevolezza Mindful, cos’è la mente del principiante, il non giudizio, ecc.: tutte tematiche che permettono al partecipante di arrivare a comprendere sempre più profondamente e gradualmente cosa significhi osservare la mente, essere presenti, ecc. La pratica deve essere continuata anche a casa, durante il tempo che intercorre fra un incontro e il successivo vengono assegnati dei compiti/pratiche da svolgere e verranno inviati materiali di lettura e tracce audio. Il partecipante al programma è invitato anche a tenere un diario della pratica e a compilare delle schede osservative che aiutano a passare da un agire e un pensare automatici a un agire e un pensare consapevoli. La pratica costante è fondamentale per la buona riuscita del percorso Mindful.
Propone tecniche diverse a seconda delle persone cui è rivolto?
Il Protocollo MBSR ha una base che possiamo dire vada bene per tutti; certamente lavorare con bambini, adolescenti e lavorare con adulti è diverso, così come operare in un’azienda o in una scuola oppure ancora in una realtà ospedaliera. Il tracciato di base è il medesimo ma vengono tenute in considerazione le diverse specificità e si possono integrare focus più mirati sui contenuti e scegliere di utilizzare di più alcune pratiche rispetto ad altre; ad esempio in alcuni casi può essere più facile per i partecipanti praticare meditazioni in movimento che meditazioni statiche. Dunque se ne tiene conto. È interessante sottolineare anche come in questi anni si siano sviluppati protocolli ad hoc per rispondere a esigenze diverse, soprattutto in ambito clinico, che possiedono alla base i principi della Mindfulness tracciati nel protocollo, e sulle quali sono state poi innestate altre pratiche specifiche connesse all’ambito specifico in cui si interviene. Cito inoltre Self-Compassion, attraverso la quale portiamo a noi stessi quella gentilezza e quella cura che potremmo offrire a un caro amico. Invece di giudicarci e criticarci con durezza per tutti i nostri sbagli, le nostre presunte mancanze e per tutti i comportamenti inadeguati, impariamo ad essere supportivi, gentili e comprensivi proprio quando siamo messi di fronte ai nostri errori e fallimenti. Solo così ci permettiamo di imparare veramente dai nostri errori. Questa pratica, come la Mindfulness di cui è “una costola”, porta ad un maggior grado di resilienza emotiva, ad un concetto di sé più accurato, ad una maggior cura delle relazioni e a minori livelli di narcisismo e di rabbia reattiva.
Puoi suggerire ai nostri lettori alcuni testi semplici per avvicinarsi al tema ‘Mindfulness’?
Consiglio “Il respiro della felicità. Cambiare vita in 28 giorni con la meditazione” e “L’arte rivoluzionaria della gioia” di Sharon Salzberg. E sicuramente i libri di Jon Kabat-Zinn “Vivere momento per momento”, “Mindfulness per principianti”, “Dovunque tu vada ci sei già”.