Recentemente nominato General Manager della divisione skincare di Alfaparf Group, Luca Nava condivide con esthetitaly il suo pensiero sulla realtà e sui progetti dell’azienda e sulle nuove dinamiche che caratterizzano il settore dell’estetica professionale.
La sua carriera è caratterizzata da una lunga esperienza in aziende multinazionali del settore, sia in Italia sia all’estero, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità in differenti ambiti. Le sue competenze professionali trasversali possono essere d’aiuto in uno scenario di mercato sempre più complesso?
Certamente il fatto di aver sviluppato in molti anni diversi circuiti di distribuzione mi ha permesso di ragionare in modo aperto e senza preconcetti sulle dinamiche di acquisto dei nuovi consumatori. Nel corso degli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel percorso che porta all’acquisto di un prodotto, nel beauty e in moltissimi altri mercati. Al centro del percorso c’è sempre un consumatore che riesce a trovare informazioni relativamente al prodotto, ai suoi ingredienti e caratteristiche, al suo prezzo di mercato, in modo più facile e immediato rispetto al passato. Questo consumatore oggi tende ad acquistare in modo molto più “libero” rispetto al circuito a cui un tempo si affidava per tradizione. Altrettanto essere abituati a lavorare con consumatori di diversi paesi e di diversa estrazione sociale aiuta nell’interpretare il cambiamento continuo di gusti, di circuiti, di contesto competitivo con cui ci confrontiamo quotidianamente.
Infine, una competenza trasversale ai diversi ambiti in cui ho operato è l’aspetto di comunicazione e di valorizzazione dei brand: la focalizzazione sui valori di fondo e sul “sense of purpose”, ovvero sulla proposta di fondo che una marca rappresenta per il consumatore, è un elemento che porto con me fin dai primi anni della mia esperienza.
Oggi è general manager della divisione Skincare di Alfaparf Group, cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida e quali sono gli obiettivi che si è posto?
Alcuni anni fa ho lavorato per un periodo nel settore dell’estetica professionale in Italia, su un progetto legato a un nuovo brand che si stava posizionando sul mercato. Durante questi anni ho sempre guardato con interesse e ammirazione ciò che i brand Dibi Milano, Becos, Ten Science e Olos hanno rappresentato per il settore, creando di fatto un nuovo mercato, lavorando sullo sviluppo della figura professionale dell’estetista e definendo un vero standard di alto livello. Avere la possibilità di raccogliere questa preziosa eredità e adattarla a un mercato oggi più competitivo ed evoluto, con la forte necessità di far crescere la competenza e la credibilità dell’offerta estetica professionale, è stata la prima motivazione verso questo ruolo. A questo aggiungo che questo ruolo in Alfaparf Group mi permette di contribuire a un bellissimo percorso di crescita che l’azienda sta realizzando nel medio/lungo termine operando per l’internazionalizzazione e la crescita del Made in Italy nel mondo: valore questo che ritengo molto edificante dopo parecchi anni di lavoro su brand francesi o americani! Due sono gli obiettivi principali che mi sono prefissato per la divisione nel medio termine: l’internazionalizzazione profonda del business skincare e l’adesione a un modello di comunicazione evoluto da parte dei clienti professionali che oggi operano con le nostre marche.
Riguardo al primo punto credo non sia necessaria alcuna spiegazione, salvo il riuscire a portare la ricchezza di valori, innovazione e tecnologie a un numero sempre più ampio di paesi, professionisti e consumatori all’estero. Sul secondo punto si tratta di iniziare un lavoro profondo di accompagnamento del nostro centro estetico partner verso un sistema completo di comunicazione e di marketing da attivare con il cliente finale, facendo leva sui messaggi e sulle proposte che i brand possono mettere a disposizione dell’estetista.
Cosa serve fare oggi per ampliare la notorietà dei brand in un mercato che sta cambiando profondamente?
Ritengo che la miglior ricetta sia una coerenza di fondo nel messaggio che il brand produce sul mercato, partendo dal punto vendita e dall’immagine di brand che il merchandising traduce per il consumatore, passando per la comunicazione tradizionale (stampa e mezzi classici) e atterrando su quella digitale, vero “playground” per i brand di oggi, dove occorre il giusto mix fra comunicazione integrata della marca, comunicazione dei partners della marca (le estetiste che “raccontano” e trasmettono la marca al consumatore) e comunicazione dei consumatori stessi, primi influencer nei confronti del brand verso coloro che non l’hanno ancora sperimentata.