A TU PER TU CON SILVIA
Di Silvia Fossati
La nuova stagione inizia, settembre apre le porte davanti a noi… ma cosa ci sarebbe di nuovo nell’aria se sciorinassi i soliti buoni propositi?
Non è questo che ci vuole per questo periodo di “crisi” e quindi, sì, sarò proPositiva! Pro: nell’accezione latina di “a favore di” e quindi certezza, concretezza di cogliere bene ciò che ci dà la vita. Anche se “c’è crisi”, che del resto – sia in greco sia in psicanalisi e diversamente dall’uso comune – sta a significare un’interruzione, di valenza positiva, che rappresenta l’inizio di un cambiamento o comunque una presa di coscienza di una situazione che non va più bene.
Positivo: come in matematica, a ricordare ciò che è maggiore di zero (fosse anche 1). Per parlare della crescita economica e della ripresa dei mercati (fosse anche lenta). Il segno “+”, quel di più che vogliamo, che dobbiamo sperare per noi, per tutti. E allora, via! È settembre e si comincia da capo: quaderno nuovo, matite nuove e tutto il tempo per fissare obiettivi che tengano conto della realtà con sano entusiasmo.
Scuole e correnti filosofiche, spirituali e religiose di ogni epoca, sono piene di aneddoti riguardo al pensiero positivo. E ne riporterò uno di un illustre maestro dello Zen: Osho Rajneesh. Tung Men Wu, vissuto a Wei, non si afflisse quando il figlio morì…
Sua moglie rimase sconcertata e gli disse: “Nessuno al mondo amava il proprio figlio quanto te, perché non ti affliggi ora che è morto?”.
Egli rispose: “non avevo figli e, quando non ne avevo, non mi affliggevo. Ora che è morto tutto è come prima, quando non avevo alcun figlio. Perché dovrei affliggermi ora? Probabilmente nella cultura occidentale l’aneddoto può essere accusato di cinismo – oltre a risultare incredibile – ma il suo spirito è volto a cogliere ciò che ci dà la vita come qualcosa di regalato e mai scontato.
La sostanza dello Zen non può essere insegnata né è riducibile a qualche formula o a tecniche di risveglio la cui padronanza porti ad acquisire anche la saggezza, tuttavia ci propone un modo di pensare di cui possiamo fare tesoro.
L’ottimismo è uno stato mentale necessario collegato alla realtà, è un’attitudine da coltivare con costanza. Quali vantaggi abbiamo a pensare in termini positivi? Proviamo a rispondere “girando” la domanda: quali vantaggi ci dà pensare in termini negativi? Un caro amico (non precisamente positivo ma per fortuna auto-ironico) mi raccontava di recente che l’ascensore che aspettava con pesanti sacchetti della spesa in mano non arrivava più… Finalmente li posa per terra ed ecco! subito arriva l’ascensore. Se qualcosa può andare male, lo farà e L’ascensore arriva non appena hai posato la borsa per terra sono affermazioni di Arthur Bloch – l’umorista autore delle celebri Leggi di Murphy – e sembrano a prima vista delle verità inconfutabili, delle leggi appunto, ma dove sta il vizio di questo atteggiamento? Come liberare il pensiero e l’azione dai meccanismi mentali che ci condizionano?
“Sono il solito sfortunato” dice il mio amico, ma l’errore è suo: perché non appoggiare subito i sacchetti pesanti per terra? Forse per quegli strani giochetti a cui si affida, rischiando, la speranza o peggio qualche auspicio quando siamo inattivi. Può essere naif, scaramantico o addirittura divertente, possiamo tranquillamente concedercelo ma… non è positivo né tanto meno propositivo. Occupiamoci, non pre-occupiamoci: così da evitare di essere proprio noi a fare sì che i nostri “presagi” si avverino, dando luogo a vere e proprie profezie auto-avveranti. Questo ci porterebbe a provare ciò che temiamo, e perfino a metterlo in pratica!
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Sinonimo di propositività è lo spirito di iniziativa (e Dante – uomo medioevale e illuminato – condanna nell’Inferno gli ignavi, ossia coloro che vissero senza infamia e senza lode, individuando nella mancanza di iniziativa un male del mondo). Lo spirito di iniziativa è l’insieme degli atteggiamenti
che precedono la formazione di nuove idee, di proposte di miglioramento, dell’essere innovativi. Risulta quindi che la propositività è un “processo” (e non un singolo atto) che si manifesta in azioni mirate, non limitandosi a un singolo enunciato. In quanto processo, la propositività è una sequenza di operazioni logiche e consequenziali, legate fra loro dalla continuità. Ogni passaggio è caratterizzato da un’azione che aggiunge valore al risultato precedente grazie al raggiungimento del suo obiettivo parziale, per raggiungere il quale è necessario avere professionalità adatta e atteggiamento favorevole. A proposito dell’atteggiamento favorevole, cito un esempio da manuale. Immaginate il traffico di una piazza alla quale si arriva da più strade nelle ore di punta. Immaginate che la movimentazione delle auto sia gestita da un vigile, in piedi sopra una pedana circolare. Immaginate che nel momento di maggior traffico il vigile improvvisamente e temporaneamente venga a mancare. Le probabilità che in pochi minuti nasca un ingorgo e tutto il traffico si blocchi sono altissime e, altrettanto, bassissime sono le probabilità che qualche automobilista eroico “con forte motivazione, audacia e indipendenza” lo sostituisca saltando sulla pedana con mirabile “spirito di iniziativa”.