Di Silvia Fossati
È uscito il 4 giugno il nuovo libro di Mike Maric: “Il potere antistress del respiro: il metodo per abbandonare definitivamente ansia, tensioni e stanchezza”; edito da Vallardi
Le conseguenze dello stress cronico sulla salute sono note: danni al sistema immunitario, ipertensione, infertilità, depressione. Per combatterlo, sempre più esperti concordano sui vantaggi di un approccio dolce e non farmacologico. Uno degli strumenti più potenti per attivare la nostra capacità di autoguarigione è anche il più sottovalutato: il respiro.
Mike Maric ha sperimentato su se stesso e sugli atleti con cui lavora un metodo innovativo per combattere il sovraffaticamento, la tensione e l’ansia attraverso tecniche di respirazione per tutti i livelli, dai principianti ai professionisti. Partendo dal gesto più naturale, il suo nuovo libro ci insegna a intraprendere un percorso che ci riconnetta con le nostre risorse migliori per raggiungere gli obiettivi che contano. Per questo numero di esthetitaly, che esce dopo il periodo di crisi globale e lockdown – abbiamo scelto un brano del libro che non tratta le tecniche di respirazione ma i cui contenuti riteniamo particolarmente significativi per una ripartenza “da campioni”.
Fiducia
Se non abbiamo fiducia in noi stessi e nei nostri mezzi, se pensiamo di non farcela o di non potercela fare anche nelle situazioni apparentemente più difficili, allora non ce la faremo mai. Avere fiducia in se stessi non vuol dire sopravvalutarsi, essere presuntuosi o arroganti. Si può credere nelle proprie capacità restando con i piedi per terra, si può pensare di essere bravi abbastanza per riuscire a farcela rimanendo umili, ma contando sulle proprie forze. Camminare, parlare, scrivere, leggere, andare in bici, imparare a guidare, venire promossi, ottenere una laurea, trovare un lavoro, sposarsi, essere genitori e potrei proseguire per molto ancora, sono tutti successi personali ottenuti nell’arco di una vita grazie alle nostre capacità, alla nostra perseveranza e alla nostra bravura. Alcuni pensano che siano banalità. Una volta raggiunti questi traguardi, la gente dimentica in fretta le difficoltà, la fatica spesa per ottenerli e l’impegno profuso nell’affrontare situazioni sconosciute e tutt’altro che semplici. Invece
questi sono dei veri e propri “successi”.
Successo è il participio passato del verbo succedere. Far accadere le cose, farle succedere, grazie a noi stessi: questo è il vero Successo.
Quindi, quando ci manca fiducia in noi stessi, ricordiamoci tutto quello che abbiamo fatto fino a oggi e tutti gli obiettivi raggiunti e ripetiamoci nella nostra testa il mio mantra preferito: “Io sono molto meglio di quello che io stesso penso di essere!”.
Coraggio
Per ottenere i risultati che vogliamo raggiungere, per realizzare i nostri sogni più ambiziosi, non possiamo sederci e aspettare che piovano dal cielo o che qualcun altro ci pensi al posto nostro. Nel bene o nel male, siamo sempre noi gli artefici del nostro destino, come dicevano gli antichi: unusquisque faber fortunae suae est. Quando vogliamo realizzare un obiettivo, dobbiamo avere il coraggio di prendere dei rischi, di uscire dal guscio delle nostre sicurezze, saper dire di no e magari anche non frequentare certe persone. Avere coraggio non vuol dire non aver paura. La “paura positiva” può anzi mettere in guardia da eventuali pericoli e aumenta l’attenzione e la preparazione. Prendersi dei rischi non vuol dire essere avventati, essere coraggiosi non significa essere incoscienti. I rischi vanno sempre calcolati, ma non ci devono terrorizzare. Il nostro nemico peggiore è la paura di sbagliare, quando invece l’errore è il modo migliore per progredire. Alcuni preferiscono non fare nulla piuttosto che correre il rischio di fallire. Per essere dei vincenti occorre avere il coraggio di provarci. Abbiamo il coraggio di avere coraggio!
Atteggiamento
Se vuoi essere un campione devi pensare da campione, comportarti da campione, agire da campione. I grandi, coloro che hanno raggiunto traguardi importanti in qualsivoglia settore, hanno nell’atteggiamento mentale, nel modo di approcciare i compiti, nella predisposizione al sacrificio, una potente molla che ha permesso loro di fare la differenza. La voglia costante di migliorare, il non sentirsi appagati senza essere né avidi né insoddisfatti, la consapevolezza della propria forza restando sempre umili, sono tutte caratteristiche fondamentali per essere dei vincenti. Avere un atteggiamento da campione, senza atteggiarsi da campioni è una chiave di volta per diventare ciò che siamo davvero.
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Umiltà
Non ho mai conosciuto un campione (e ho avuto la fortuna di conoscerne parecchi, sia dello sport sia in altri ambiti) che non fosse anche umile. Non bisogna confondere umiltà con remissività o con qualsivoglia forma di debolezza. Essere umili non vuol dire essere sottomessi. Si può essere umili e allo stesso Non ho mai conosciuto un campione (e ho avuto la fortuna di conoscerne parecchi, sia dello sport sia in altri ambiti) che non fosse anche umile. Non bisogna confondere umiltà con remissività o con qualsivoglia forma di debolezza. Essere umili non vuol dire essere sottomessi. Si può essere umili e allo stesso tempo consapevoli della propria forza e bravura. Si può essere umili e comunque ambiziosi. Si può essere umili e avere fiducia in se stessi. L’umiltà ha più a che fare con il rispetto e con il senso di gratitudine.
Gli umili sono forti, mentre spesso la presuntuosità e l’altezzosità sono tratti caratteristici delle persone deboli, che vogliono mostrarsi sicure fuori perché non riescono a esserlo dentro. L’umiltà ci permette di non farci sentire mai arrivati per darci modo così di poter migliorare, di lavorare su noi stessi, di non pensare di saper già tutto per poter così imparare; di non sentirci mai troppo grandi per fare le cose piccole. Saper essere così umili per essere grandi ed essere così grandi da essere umili: questo a mio avviso è l’atteggiamento che bisogna avere nella vita, che ho imparato affrontando il mare, imparando che vince sempre lui, solo qualche volta ti concede il benvenuto, ma solo se ti comporti bene.
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Motivazione
È una parola molto utilizzata negli ultimi anni. Le aziende hanno bisogno di motivare i propri dipendenti, le squadre hanno bisogno di avere giocatori motivati e via dicendo. La motivazione è considerata uno dei fattori più determinanti per il raggiungimento degli obiettivi, ed effettivamente importante lo è, anzi direi fondamentale. Ma cos’è la motivazione? Come e dove è possibile trovarla? La motivazione è, letteralmente, “un motivo per compiere un’azione”. Questo motivo può essere esterno o interno. Il primo dipende, come la parola stessa fa presagire, da fattori esterni materiali (soldi, beni di vario genere) o immateriali (fama, prestigio, potere). La motivazione interiore invece non viene influenzata da fattori esterni, ma nasce all’interno ed è principalmente collegata alla passione e al piacere. Di questi due, per quanto riguarda la mia personale esperienza, la passione è stata di gran lunga la spinta propulsiva più importante, quella che mi ha permesso di fare apnea, di dedicarmi alla carriera universitaria e di intraprendere anche il percorso da coach. La passione è la mia arma segreta, è quella che mi fa accendere il cervello, che mi tiene sveglio di notte pur di scrivere, studiare, pensare, ideare e inventarmi anche progetti nuovi ma soprattutto facendomi divertire in tutto quello che faccio, quindi procurandomi anche piacere. I fattori esterni come il prestigio e il guadagno economico li ho sempre considerati come una possibile conseguenza di una forte motivazione interiore che mi spingeva oltre la fatica, gli ostacoli o qualsiasi cosa si frapponesse tra me e i miei traguardi.
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