di Umberto Borellini
Vitamine “Amine della vita”: proprietà e utilizzo in ambito dermocosmetico
Nel 1911 il medico polacco Kazimierz Funk scoprì una sostanza in grado di curare il beriberi, una grave patologia diffusa soprattutto in Oriente e causata da una dieta esclusivamente a base di riso. Funk si rese conto che questa sostanza conteneva un gruppo amminico e diede perciò il nome di tiamina (vitamina B1) a tale particolare ingrediente estratto dalla crusca. Ritenendo infine che ogni altra sostanza analoga avesse una composizione simile, chiamò queste sostanze vitamine, ovvero ‘amine della vita’, termine oggi utilizzato quantunque impreciso. Alla classe delle vitamine appartiene in realtà un vasto ed eterogeneo gruppo di molecole non necessariamente contenenti amine, ma sostanze comunque ricche di significato sia in campo nutrizionale sia preventivo e curativo nei confronti di svariate patologie.
L’uso di vitamine nei cosmetici comprende sia azioni “funzionali” sia il loro utilizzo come additivi (ad esempio antiossidanti). L’introduzione di queste sostanze nelle preparazioni cosmetiche richiede, però, un’approfondita conoscenza delle singole caratteristiche chimiche e fisiche, per ottenere preparati efficaci e stabili nei tempo. La cute è un organo a elevato metabolismo e con notevoli capacità riproduttive, che necessita di un adeguato quantitativo di vitamine per il mantenimento della sua perfetta funzionalità. Le vitamine sono un gruppo di sostanze eterogenee indispensabili all’organismo; si trovano sia nel regno animale sia in quello vegetale e, non essendo sintetizzate dall’organismo (tranne alcune prodotte dalla flora intestinale), devono essere assunte con gli alimenti. Esse svolgono un ruolo fondamentale poiché regolano innumerevoli reazioni chimico-enzimatiche che stanno alla base dei processi vitali. La loro carenza (avitaminosi) , così come la loro eccessiva somministrazione (ipervitaminosi), provoca l’insorgenza di varie patologie, a volte molto gravi.
Le vitamine sono suddivise in liposolubili e idrosolubili. Le liposolubili comprendono le vitamine: A (retinolo), D (calciferolo), E (tocoferolo), K (menadione). Le idrosolubili comprendono:
- La vitamina C (acido ascorbico);
- Il complesso vitaminico B, ovvero: B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (nicotinamide o PP), B5 (acido pantotenico), B6 (piridossina), B8 (biotina o vitamina H), B9 (acido folico), B12 (cianocobalamina).
Vitamine liposolubili
• La vitamina A, o retinolo, è indispensabile per il mantenimento e lo sviluppo delle strutture epiteliali. È contenuta soltanto in sostanze di origine animale e in particolare nel fegato, che rappresenta il principale organo di deposito. Gli alimenti di origine animale più ricchi di vitamina A sono: l’olio di fegato di pesce, il fegato dei mammiferi, i latticini e le uova. Nei vegetali la vitamina A è presente sotto forma di provitamina, ovvero una sostanza in grado di trasformarsi in vitamina dopo ingestione e assorbimento da parte dell’organismo. Ne sono un esempio i carotenoidi e soprattutto il beta-carotene, costituente dei pigmenti gialli e arancioni di molti vegetali (carote, zucche, meloni, albicocche, ecc).
I carotenoidi presentano un’attività antiossidante e stimolano la proliferazione del tessuto connettivo; possono, dunque, essere considerate molecole molto utili per contrastare l’invecchiamento cutaneo. Nel caso di assunzione per bocca anche a dosaggi elevati, il beta-carotene non provoca fenomeni di tossicità, dati invece dalla vitamina A in quanto tale. Il retinolo svolge un’azione specifica nel processo visivo e, per quanto riguarda l’aspetto dermatologico, partecipa al mantenimento dell’integrità morfologica e funzionale della cute, prendendo parte alla sintesi di vari costituenti cellulari del derma (ad esempio la sintesi dei proteoglicani). Per questo motivo viene considerato un agente di attivazione nella cicatrizzazione e in altre riparazioni cellulari.